Cosa ha a che fare la Psicologia con la Sicurezza Stradale?
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Cosa ha a che fare la Psicologia con la Sicurezza Stradale?
Cosa ha a che fare la Psicologia con la Sicurezza Stradale?
Probabilmente questa è una domanda che avrà destato curiosità in molti di voi. Sì, perché è credenza comune che lo psicologo si occupi solamente di "curare i pazzi"...
Probabilmente questa è una domanda che avrà destato curiosità in molti di voi. Sì, perché è credenza comune che lo psicologo si occupi solamente di "curare i pazzi"... invece non è così, anzi, come professionisti abbiamo vari ambiti d'intervento e anche sulla sicurezza stradale possiamo dare il nostro contributo.
Chi si occupa di Sicurezza Stradale ha come obiettivo contrastare il fenomeno delle morti su strada, ridurre il numero degli incidenti e le conseguenze di questi ultimi utilizzando, spesso, le leggi, la tecnologia e il miglioramento delle infrastrutture. La psicologia viaria, invece, studia e cerca di migliorare il comportamento alla guida di ognuno di noi, dietro il quale si nascono abitudini, motivazioni, atteggiamenti, caratteristiche di personalità, fattori umani che possono ridurre la prontezza di riflessi e quindi portare ad un incidente.
Come si vede lo psicologo può avere un ruolo importantissimo nell'educazione dei guidatori e pertanto, moltissimi anni fa, è stata creata una branca della psicologia dedicata a questo: la psicologia viaria appunto.
In Europa gli "psicologi del traffico" sono molto presenti (e hanno una lunga formazione!) e collaborano con varie istituzioni al fine di migliorare la relazione uomo-veicolo-strada (i tre fattori peculiari della guida).
E in Italia, vi starete chiedendo?
Bèh la situazione italiana, purtroppo, non è al passo con gli standard europei. Qualcosa si muove (spesso solo a livello regionale per l'interesse dei vari Ordini) per cercare di formare Psicologi e incentivare l'educazione stradale, ma quanti ne vedete voi? Già in Italia non si valorizza molto la psicologia come servizio al cittadino, figuriamoci poi quando si parla di sicurezza stradale.
Paghiamo il prezzo di tale arretratezza, scontando un ritardo nell'applicazione delle scienze psicologiche al contesto viario e questo, ahimè, si traduce in quello che vediamo ogni giorno: utenti della strada sempre più infuriati ed aggressivi, oltre che imprudenti.
Se ci pensate gli ambiti di intervento della Psicologia Viaria sono molteplici: nella formazione dei formatori che si occupano di educazione stradale, nella valutazione psicoattitudinale dei patentati, negli interventi ergonomici volti a migliorare il rapporto uomo-veicolo, negli studi sulla percezione e comprensione della segnaletica stradale, nel supporto psicologico al personale di soccorso che interviene in eventi critici, nelle campagne di pubblicità sociale, etc.
Dunque, diversi sono gli utenti (bambini, adolescenti, conducenti professionisti, insegnanti di scuole ed autoscuole, forze dell'ordine, cittadinanze, etc.) e i potenziali committenti (concessionarie autostradali, ministeri, enti locali, ASL, scuole ed autoscuole, assicurazioni, case automobilistiche, etc.) di questa disciplina ancora troppo poco valorizzata.
Questo Blog nasce proprio per cercare di colmare, in parte, questa scarsa attenzione. Percorreremo insieme un viaggio virtuale tra le cattive abitudini che ci portano a guidare con disattenzione, passando per gli stimoli esterni che rendono sempre più nervosa la nostra guida, per concludere con alcuni approfondimenti sulle conseguenze psicologiche degli incidenti.
Il tutto affinché si possa avviare una sana riflessione sui meccanismi psichici che tutti noi mettiamo in atto (più o meno consapevolmente) mentre siamo alla guida, sui quali tuttavia non siamo abituati a soffermarci, ma che possiamo correggere ai fini di una guida responsabile e consapevole.
Siccome la psicologia si fonda sull'ascolto voglio che questo non diventi uno spazio unidirezionale. A vostra disposizione, pertanto, ci sono i commenti e la nuova sezione del Forum, dove potrete aprire qualsiasi discussione attinente al tema, soddisfare curiosità, portare esperienze e contributi utili per tutti, affinchè il confronto non manchi mai.
Aurora Randazzo, Psicologa
Probabilmente questa è una domanda che avrà destato curiosità in molti di voi. Sì, perché è credenza comune che lo psicologo si occupi solamente di "curare i pazzi"...
Probabilmente questa è una domanda che avrà destato curiosità in molti di voi. Sì, perché è credenza comune che lo psicologo si occupi solamente di "curare i pazzi"... invece non è così, anzi, come professionisti abbiamo vari ambiti d'intervento e anche sulla sicurezza stradale possiamo dare il nostro contributo.
Chi si occupa di Sicurezza Stradale ha come obiettivo contrastare il fenomeno delle morti su strada, ridurre il numero degli incidenti e le conseguenze di questi ultimi utilizzando, spesso, le leggi, la tecnologia e il miglioramento delle infrastrutture. La psicologia viaria, invece, studia e cerca di migliorare il comportamento alla guida di ognuno di noi, dietro il quale si nascono abitudini, motivazioni, atteggiamenti, caratteristiche di personalità, fattori umani che possono ridurre la prontezza di riflessi e quindi portare ad un incidente.
Come si vede lo psicologo può avere un ruolo importantissimo nell'educazione dei guidatori e pertanto, moltissimi anni fa, è stata creata una branca della psicologia dedicata a questo: la psicologia viaria appunto.
In Europa gli "psicologi del traffico" sono molto presenti (e hanno una lunga formazione!) e collaborano con varie istituzioni al fine di migliorare la relazione uomo-veicolo-strada (i tre fattori peculiari della guida).
E in Italia, vi starete chiedendo?
Bèh la situazione italiana, purtroppo, non è al passo con gli standard europei. Qualcosa si muove (spesso solo a livello regionale per l'interesse dei vari Ordini) per cercare di formare Psicologi e incentivare l'educazione stradale, ma quanti ne vedete voi? Già in Italia non si valorizza molto la psicologia come servizio al cittadino, figuriamoci poi quando si parla di sicurezza stradale.
Paghiamo il prezzo di tale arretratezza, scontando un ritardo nell'applicazione delle scienze psicologiche al contesto viario e questo, ahimè, si traduce in quello che vediamo ogni giorno: utenti della strada sempre più infuriati ed aggressivi, oltre che imprudenti.
Se ci pensate gli ambiti di intervento della Psicologia Viaria sono molteplici: nella formazione dei formatori che si occupano di educazione stradale, nella valutazione psicoattitudinale dei patentati, negli interventi ergonomici volti a migliorare il rapporto uomo-veicolo, negli studi sulla percezione e comprensione della segnaletica stradale, nel supporto psicologico al personale di soccorso che interviene in eventi critici, nelle campagne di pubblicità sociale, etc.
Dunque, diversi sono gli utenti (bambini, adolescenti, conducenti professionisti, insegnanti di scuole ed autoscuole, forze dell'ordine, cittadinanze, etc.) e i potenziali committenti (concessionarie autostradali, ministeri, enti locali, ASL, scuole ed autoscuole, assicurazioni, case automobilistiche, etc.) di questa disciplina ancora troppo poco valorizzata.
Questo Blog nasce proprio per cercare di colmare, in parte, questa scarsa attenzione. Percorreremo insieme un viaggio virtuale tra le cattive abitudini che ci portano a guidare con disattenzione, passando per gli stimoli esterni che rendono sempre più nervosa la nostra guida, per concludere con alcuni approfondimenti sulle conseguenze psicologiche degli incidenti.
Il tutto affinché si possa avviare una sana riflessione sui meccanismi psichici che tutti noi mettiamo in atto (più o meno consapevolmente) mentre siamo alla guida, sui quali tuttavia non siamo abituati a soffermarci, ma che possiamo correggere ai fini di una guida responsabile e consapevole.
Siccome la psicologia si fonda sull'ascolto voglio che questo non diventi uno spazio unidirezionale. A vostra disposizione, pertanto, ci sono i commenti e la nuova sezione del Forum, dove potrete aprire qualsiasi discussione attinente al tema, soddisfare curiosità, portare esperienze e contributi utili per tutti, affinchè il confronto non manchi mai.
Aurora Randazzo, Psicologa
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