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Annullata la multa con l’autovelox - «I vigili non possono nascondersi»

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Messaggio  Luca Ricci Gio Gen 03, 2013 11:08 pm

Annullata la multa con l’autovelox
«I vigili non possono nascondersi»

Una sentenza del giudice di pace di Castiglione è destinata a fare giurisprudenza: una multa con lo speed check o autovelox mobile è stata cancellata perché i vigili non presidiavano l’apparecchiatura. «Nascondersi – ha scritto il giudice Rossella Barbaro - serve solo a creare il risentimento dei cittadini»


MANTOVA. Questa volta un giudice l’ha scritto nero su bianco in una sentenza che potrebbe fare ora da giurisprudenza, cioè precedente da seguire. Nel servizio di speed check, o autovelox mobile, i vigili «devono rendersi visibili, giorno e notte» agli automobilisti. Non possono nascondersi perché questo è un modo di ingannare i soggetti controllati.

«L’agente nascosto viola i normali principi di trasparenza e correttezza che dovrebbero informare tutte le azioni dell’Amministrazione» determinando «nel cittadino un sentimento di avversità». Perché «scopo del controllo su strada non è solo quello di fare repressione, ma soprattutto prevenzione». Amen.

A scrivere così chiaramente questa sentenza il giudice di pace di Castiglione, Rossella Barbaro. Il caso è quello sollevato da Fabio Benatti, un automobilista di Solferino che si reca a Castiglione ogni giorno per lavoro. Dopo avere assistito più volte alla scena dei vigili urbani che caricavano i nuovi speed check nei pressi dell’ospedale, sulla strada per Desenzano, l’automobilista, una volta raggiunto d auna contravvenzione, ha deciso di passare al contrattacco.

Ha filmato la polizia locale mentre posizionano il normale autovelox all’interno dello speed check, una scatola vuota di colore arancione. Poi salgono sull’auto di servizio, abbandonano la postazione e si posizionano su una via parallela «riparata da una fila di alberi di alto fusto», Benatti fa ricorso allegando foto e video e il giudice a inizi luglio gli dà ragione. Il perché lo si scopre solo con il deposito della sentenza, nella quale sono illustrate le motivazioni.

La dottoressa Barbaro spiega che la legge equipara gli speed check agli autovelox mobili che, secondo il parere del ministero delle Infrastrutture, devono essere presidiati dagli agenti. In secondo luogo, il Codice della strada, all’articolo 183, dice che gli agenti durante i servizi con speed check o autovelox mobili «devono rendersi visibili, sia di giorno che di notte».

Combinando i due dettati, il giudice conclude che se c’è un accertamento in atto, ovvero se nello speed check è effettivamente caricato l’autovelox, «l’agente deve presidiare l’apparecchiatura rendendosi visibile ai soggetti controllati». Basta, insomma, giocare a nascondino con gli automobilisti, perché la ratio, cioè l’intento della legge è anche quello di fare prevenzione. Il fatto che gli utenti della strada trovino sul loro tragitto degli agenti addetti al controllo «induce a prestare maggiore attenzione a non commettere infrazioni». Quindi un fine educativo, mentre l’agente nascosto «determina nel cittadino un sentimento di avversità».


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